Questa visione è più introversa e l’elaborazione artistica che lo sviluppo cerca di esternare e sovvertire le emozioni interiori dell’essere. L’alienazione e la solitudine, stanno insieme cercando di comunicare i sentimenti più intimi e personali sull’argomento che viene affrontato. In questa ricerca interiore ed astratta mostro sempre spontaneità e libertà. Come approccio, cerco di spremere la creatività apertamente. Uso coscientemente le forme distorte per ottenere effetti emotivi.
In questo modo, per essere in grado di fuggire dalla realtà circostante, senza il colore che si sottomette alla forma.
Circoncisione e prudenza non entrano mai in gioco in queste opere. Regolarmente, il risultato sono opere astratte di grande impatto, in cui il centro dell’attenzione, all’interno dell’opera, si basa sull’uso di contrasti penetranti, l’uso di colori intensi e l’equilibrata giustapposizione di linee spezzate che si confrontano con linee organiche, più sottili.
Grazie all’esperienza acquisita fino a questo momento, nell’incisione artistica, in questa linea di lavori uso ricorsivamente, come supporto, lastre di metallo.
Assorbito da sé e prendendo possesso di queste risorse pittoriche, esperienza precedente e conoscenza accumulata sulla psicologia del colore, cerco di rivelare i sentimenti più intimi e di rivivere, con le mie lingue, i sentimenti interiorizzati.
In questi lavori, evito l’aneddotico, al fine di ottenere espressività e trasmettere le mie emozioni al massimo. Il colore guadagna risalto, di fronte alle forme.
Tecnicamente, prendo come riferimento la forza comunicativa della linea dura contro le varie tonalità e macchie di colore, ottenuti in espressionismo, insieme con il valore espressivo del colore, così ampiamente sfruttata dal Abstraccionismo. A questo cocktail aggiungiamo alcuni cc delle caratteristiche concettuali che ho adottato dai neodalisti nella loro ricerca di trasformazione sociale e nel lavoro dell’artista americano Ad Reaihard. Ciò si traduce in un discorso emotivo di grande intensità cromatica. Riferimenti diretti: Jackson Pollock e Jean Dubuffet.